percorso di navigazione
10 febbraio GIORNO DEL RICORDO

 


pubblicato il 09/02/2020



in memoria delle vittime della tragedia delle foibe

Immagine Evento

10 FEBBRAIO

Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».

 

Percorsi di lettura dalle collezioni della Sperelliana

Foibe. Una storia d'Italia
Pirjevec, Jože

Il sanguinoso capitolo delle "foibe", legato alla fine della seconda guerra mondiale, che vide "regolamenti di conti" dappertutto in Europa dove s'era manifestata una qualche Resistenza, sarebbe stato da tempo relegato nei libri di storia come una delle vicende minori di quella mattanza mondiale che pretese cinquanta milioni di vite umane. Dato però che si colloca in una realtà mistilingue in cui le opposte idee sulle frontiere "giuste" sono state a lungo in conflitto tra loro, esso è ancor vivo nella memoria collettiva dell'area giuliana e ancora sfruttabile a fini politici interni e internazionali. Sebbene il contenzioso sulle frontiere sia stato risolto attraverso un lungo e articolato processo diplomatico [...], esso non si è ancora risolto nelle menti e nei cuori delle popolazioni interessate. E stato anzi rinfocolato dalla crisi della Jugoslavia negli anni Ottanta e dal suo successivo sfacelo, con l'emergere dalle sue rovine di nuove realtà statali, la Repubblica di Slovenia e quella di Croazia soprattutto. Il contemporaneo crollo del Muro di Berlino e i suoi contraccolpi sulla politica interna italiana, con la scomparsa dei vecchi partiti e l'emergere di nuovi, provocò nella Penisola una crisi d'identità e di coesione nazionale, alla quale le forze di destra e quelle di sinistra pensarono di rispondere facendo ricorso allo strumento più ovvio e tradizionale: quello del nazionalismo.

 

Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l'esilio
Pupo, Raoul

A partire dall'8 settembre 1943, nelle terre che costituivano i confini orientali d'Italia - l'Istria e la Dalmazia - si consumò una duplice tragedia. I partigiani jugoslavi di Tito instaurarono un regime di terrore che prefigurava la "pulizia etnica" di molti decenni dopo e trucidarono migliaia di italiani gettandoli nelle cavità carsiche chiamate foibe. Il trattato di Parigi del 1947 ratificò poi il passaggio di Istria e Dalmazia alla Jugoslavia, scatenando l'esodo del novanta per cento della popolazione italiana (circa 300.000 persone), che abbandonò la casa e gli averi e cercò rifugio in Italia o emigrò oltreoceano. Lo storico Raoul Pupo disegna oggi un quadro completo di quelle vicende.

 

I testimoni muti. Le foibe, l'esodo, i pregiudizi
Zandel, Diego

Le foibe, l'esodo giuliano-dalmata, l'esilio, gli odi e i pregiudizi politici: ricordi personali e storia s'intrecciano sul filo di una memoria personale che si fa pagina di storia collettiva. La voce narrante è quella di un bambino nato in un campo profughi, cresciuto in estrema povertà circondato dal silenzio doloroso degli adulti; sarà l'incontro con un uomo, un testimone muto della tragedia a condurlo verso una nuova consapevolezza delle sue radici e della sua storia. Un libro che non concede sconti e getta uno sguardo scomodo sugli avvenimenti seguiti al 1947 e al Trattato di pace di Parigi, nel tentativo di riannodare un filo spezzato dagli estremismi del secolo scorso dando voce a quanti soffrirono quei drammi, e nella speranza di far conoscere a tutti una materia spesso considerata d'altri. 

 

Sopravvissuti e dimenticati. Il dramma delle foibe e l'esodo dei giuliano-dalmati
Girardo, Marco

Il testo di M. Girardo prende in considerazione due eventi storici riconducibili alla seconda guerra mondiale e all'immediato dopoguerra:-la sparizione nelle foibe di circa 5000 persone (soldati e civili, per lo più italiani) a opera del movimento partigiano jugoslavo, destinato a confluire nelle armate di Tito;-l'esodo verso l'Italia di circa 300mila persone (per lo più italiane) che abitavano l'Istria e la Dalmazia quando queste regioni, alla fine della guerra, furono assegnate alla Jugoslavia (trattato di Parigi, 10 febbraio 1947). Nelle pagine di questo libro, Girardo intervista tre persone direttamente o indirettamente coinvolte nelle vicende citate. Il primo personaggio è Graziano Udovisi, l'unico sopravvissuto alle foibe che sia ancora in vita, il quale racconta con impressionante dovizia di particolari quelle ore in cui la morte vicinissima gli fu miracolosamente risparmiata. Il secondo intervistato è Piero Tarticchio, esule di Gallesano, il quale, avendo perso il padre e altri parenti in una foiba, ha vissuto entrambe le drammatiche esperienze che hanno segnato la gente giuliano-dalmata.Infine la parola passa a Nata?a Nemec, una storica slovena di Nova Gorica che ha cercato di stilare un elenco dei caduti nelle foibe, sfidando in molti casi la diffidenza dei colleghi e dei connazionali.

 

Profughi. Dalle foibe all'esodo. La tragedia degli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia
Oliva, Gianni

Gianni Oliva ripercorre la vicenda degli italiani esuli nel suo insieme, dalla fine della Prima guerra mondiale a oggi, in un libro ricco di immagini inedite. Dall'annessione dell'Istria e della Dalmazia, all'occupazione italo-tedesca della Iugoslavia (1941-43), dai bombardamenti alleati di Zara e di Fiume fino all'occupazione di Trieste nel 1945 da parte delle truppe di Tito e gli infoibamenti. Nella seconda parte, il libro testimonia la successiva esperienza dell'esodo: le partenze da Pola e dall'Istria, lo svuotamento dei villaggi, i documenti relativi alle opzioni di nazionalità, gli incidenti di Trieste del 1953, la "slavizzazione" dell'Istria e della Dalmazia. L'ultima parte illustra i campi profughi e la precaria sistemazione dei giuliano-dalmati in un'Italia impoverita dalla guerra e poco sensibile a un dramma che ne ricordava la sconfitta: immagini di vita famigliare e di vita sociale, sullo sfondo di reticolati e di strutture fatiscenti sparse in ogni regione italiana. Conclude il volume l'immagine del concerto diretto da Riccardo Muti il 13 luglio 2010 in piazza Unità d'Italia a Trieste, alla presenza di Giorgio Napolitano e dei presidenti di Slovenia e Croazia, promessa di una ricomposizione delle diverse "memorie".

 

Foibo rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43
Sessi, Frediano

Norma Cassetto venne gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943. Aveva ventitré anni ed era iscritta al quarto anno di lettere e filosofia, all'Università di Padova. I suoi assassini, partigiani di Tito, che dopo il crollo del regime fascista tentano di prendere il potere in Istria non hanno pietà della sua giovinezza e innocenza e, prima di ucciderla, la violentano brutalmente. L'assassinio di Norma Cossetto e di tutti quegli uomini e quelle donne che furono infoibati o morirono a causa delle torture subite, annegati in mare per mano dei "titini" mostra verso quale orizzonte ci si dirige "quando si ritiene che la verità della vita è lotta, e che non tutti gli esseri umani sono provvisti della medesima dignità". 

 

Chi ha paura dell'uomo nero? il romanzo dell'esodo istriano
Fiorentin, Graziella

Mi precipitai verso il «buco», chiusi la botola e la ricoprii con alcune fascine. Sentivo le voci concitate sopra la mia testa. Mi guardai intorno e fui sopraffatta da un'ondata di paura folle. «Chi ha paura dell'Uomo Nero?» La domanda mi balenò improvvisa

Durante la Seconda guerra mondiale una crudele pulizia etnica costrinse trecentomila italiani a lasciare l'Istria e a rifugiarsi in patria. Settantamila erano bambini. Tra questi anche Maddalena (pseudonimo dell'Autrice), che, all'età di otto anni, dovette abbandonare per sempre la sua terra, il suo mare e il suo mondo di sogni, colori e profumi. Per molto tempo racchiuse in sé il loro ricordo e, dopo vent'anni, decise di ritornare con la propria famiglia in quei luoghi e a quegli anni per raccontare la sua storia e quella di tante altre piccole creature che, come lei, sono state strappate dalla loro infanzia e dalle loro radici. Un viaggio struggente tra le emozioni e la memoria di chi ha subito sulla propria pelle gli orrori e le assurdità di una delle vicende più controverse della nostra storia.

 

Magazzino 18. Storie di Italiani esuli d'Istria, Fiume e Dalmazia
Cristicchi, Simone

Montagne di sedie aggrovigliate come ragni di legno. Legioni di armadi desolatamente vuoti. Letti di sogni infranti. E poi lettere, fotografie, pagelle, diari, reti da pesca, pianoforti muti, martelli ammucchiati su scaffalature imbarcate dall'umidità. Questi e innumerevoli altri oggetti d'uso quotidiano riposano nel Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste. Oltre sessant'anni fa tutte queste masserizie furono consegnate al Servizio Esodo dai legittimi proprietari, gli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia, un attimo prima di trasformarsi in esuli: circa trecentocinquantamila persone costrette a evacuare le loro case e abbandonare un'intera regione in seguito al Trattato di pace del 10 febbraio 1947, che consegnò alla Jugoslavia di Tito quel pezzo d'Italia da sempre conteso che abbraccia il mare da Capodistria a Pola. Di questa immensa tragedia quasi nessuno sa nulla. Delle foibe, delle esecuzioni sommarie che non risparmiarono donne, bambini e sacerdoti, della vita nei campi profughi e del dolore profondissimo per lo sradicamento e la cancellazione della propria identità pochissimi hanno trovato il coraggio di parlare nei decenni che seguirono. Eppure è storia recente, a portata di mano e soprattutto abbondantemente documentata: basta aprire le porte del Magazzino 18. Porte che Simone Cristicchi ha spalancato.

 

L'esodo. La tragedia negata degli italiani d'Istria, Dalmazia e Venezia Giulia
Petacco, Arrigo

Che cosa è accaduto esattamente nelle regioni dell'Istria, un tempo italiane, negli anni fra il 1943 e il 1947? Solo da poco tempo si ricomincia a parlare, dopo cinquant'anni di silenzio delle foibe e della pulizia etnica slava. Questo capitolo della nostra storia che si vorrebbe cancellare dalla memoria collettiva riemerge finalmente anche grazie a questa ricostruzione minuziosa e documentata.

 

Foibe, il peso del passato. Venezia Giulia 1943-1945
Valdevit, Giampaolo

Un capitolo del nostro passato che non ha trovato ancora chiarezza e approfondimento nella memoria storica degli italiani. E' la tragedia delle foibe, che scoppia a Trieste e nella Venezia Giulia nel maggio del 1945. I quattro contributi di storici triestini e sloveni raccolti nel volume, ripercorrono il dibattito che ha aspramente diviso la società triestina e italiana.

 

Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l'esilio
Pupo, Raoul

Edizione "I libri del Corriere della Sera". A partire dall'8 settembre 1943, nelle terre che costituivano i confini orientali d'Italia - l'Istria e la Dalmazia - si consumò una duplice tragedia. I partigiani jugoslavi di Tito instaurarono un regime di terrore che prefigurava la "pulizia etnica" di molti decenni dopo e trucidarono migliaia di italiani gettandoli nelle cavità carsiche chiamate foibe. Il trattato di Parigi del 1947 ratificò poi il passaggio di Istria e Dalmazia alla Jugoslavia, scatenando l'esodo del novanta per cento della popolazione italiana (circa 300.000 persone), che abbandonò la casa e gli averi e cercò rifugio in Italia o emigrò oltreoceano. Lo storico Raoul Pupo disegna oggi un quadro completo di quelle vicende. 

 

La verità per la riconciliazione
Mondoni, Rossana

Norma Cossetto, figura elevata a simbolo nel suo ruolo di vittima del cosiddetto Secolo breve e dei suoi eccessi. Questa volta però si tratta di un volume che, per molti versi, conserva tracce autobiografiche che pur rimanendo nel rimando politico, regalano, a chi le sa cogliere, una chiave femminile, relazionale, emotiva di un dramma. “La verità per la riconciliazione. Il sacrificio di Norma Cossetto nella tragedia dei giuliani-fiumani-dalmati” è scritto da Rossana Mondoni, un’insegnante piemontese che vive a Ghemme, un paesino dove risiede anche Licia Cossetto, sorella dell’allora giovane congiunta seviziata orrendamente e infoibata negli anni della guerra (1943).